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Sermoneta, Ninfa e dintorni

Bentornati dalle vostre gite fuori porta e benvenuti nella seconda parte della nostra! Questo post è il continuo di questo quindi, se non lo avete ancora fatto, vi consiglio di andare a dargli una occhiatina prima di proseguire!


Cominciamo con lo spendere due parole sul nostro hotel che, devo dire, non è stato dei migliori...o meglio: il mio soggiorno non è stato dei migliori. Questo perché il mio ragazzo ha dormito come un sasso mentre la sottoscritta ha passato la notte in bianco. Con il sonno che mi contraddistingue (amplificato per tre) ci mettiamo in marcia, zaino in spalle, vento in poppa verso l'abbazia di Valvisciolo. La chiesa, che non riusciamo a visitare per via della messa, è un bellissimo lascito della tradizione romanico-cistercense fondata nel XII secolo da monaci greci e occupata e restaurata dai templari il secolo seguente. Le testimonianze templari, più visibili nella parte che siamo effettivamente riusciti a vedere meglio, sono costituite da alcune croci di cui una posta sul soffitto del chiostro. 



Ma arriviamo ad uno dei miei punti preferiti di questa gita: ci lasciamo l'abbazia alle spalle e arriviamo a Sermoneta. Il paese, lo si nota dall'incredibile quantità di persone presenti, è molto più turistico rispetto ai precedenti e lo è principalmente per la sua attrattiva maggiore: il castello Caetani. L'impressionante maniero è uno dei pochi che io abbia mai visto ad aver saputo usare così sapientemente gli spazi con una logica quasi moderna: dalla pendenza del mattatoio per lo scolo degli scarti animali, alle scale di diversa dimensione per permettere agevolmente la discesa nelle stalle del cavaliere e il suo cavallo (che, ovviamente, hanno necessità diverse per quanto riguarda i declivi!), fino all'uscita di emergenza in caso di incendio nelle cucine.



 Altra chicca del posto è indubbiamente la Cattedrale di Santa Maria Assunta che con il suo stile romanico gotico rientra sicuramente nelle mie corde. Il paese rimane nel complesso notevolissimo per la grande integrità delle architetture medioevali popolari, che, tra un arco e una piazzetta, ci hanno condotto a fare la conoscenza di affabili gattini.



 Dissuasi dal mangiare a Sermoneta (troppa gente e tavoli prenotati) partiamo per Bassiano
A questo punto cerchiamo un posto dove sostare. Dopo aver vagato fra misteriosi ristoranti ricavati dai torrioni difensivi e incontrato cani estremamente socievoli scorrazzare liberi per le vie del paese, troviamo finalmente un posto appropriato dove rifocillarci in vista del resto della giornata.

Dopo pranzo finiamo il giro del posto cercando invano di trovare la casa natale  di  Aldo Manuzio, illustre editore e stampatore italiano fra i più importanti in Europa. In cima al paese, ci rincuora una deliziosa piazzetta circolare, raccolta fra le mura delle case circostanti e baciata dal sole (indispensabile, dato il freddino di quel giorno!).
Concludiamo, infine, la giornata con le due ore di visita guidata fra i bellissimi giardini di Ninfa.
Il giardino che, ci teniamo a ricordarlo, apre solo occasionalmente, è visitabile esclusivamente su prenotazione online.
Si tratta di un tipico giardino all'inglese voluto da Gelasio Caetani e costruito intorno ai ruderi del vecchio borgo medioevale di Ninfa del quale rimangono solo cenni di passata opulenza adornati da bellissimi fiori.
Tutto l'insieme del giardino e del borgo è di una bellezza mozzafiato. Non si fa fatica a capire il perché delle prenotazioni online esaurite almeno un mese prima, della lunghe file di attesa all'entrata (nonostante l'orario di visita sia scritto sul biglietto) e del perché è rigorosamente vietato andare in giro da soli e addirittura fumare all'interno del giardino.



Oltre al giardino di Ninfa è stato possibile (con l'ausilio di soli 2 euro) visitare anche il giardino all'italiana adiacente al parco. Più piccolo e sicuramente meno spettacolare del precedente, questo piccolo gioiellino ci ha regalato alcune gioie. Tra le più preziose, gli scorci di vita di due bellissimi esemplari di cigni, con il maschio a protezione della sua bella e della sua prole e una buffissima oca selvatica che, dopo essersi vista riflessa nello specchietto retrovisore di un trattore, si è staccata dal suo stormo per vivere stabilmente nel giardino!


Il contorno dei monti laziali, con il ben organizzato circuito dei Lepini, ci inviterebbe a proseguire l'esplorazione. Ma è ormai tardi, ed è con questa simpatica immagine avifaunistica che voglio lasciarvi oggi e salutarvi...fino al prossimo viaggio!


2 commenti

  1. I giardini di Ninfa mi ispirano troppo *-*

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    1. Sono decisamente l'attrattiva maggiore del luogo!Ed è un giardino veramente molto bello! Pensa che per il mese di maggio è già tutto prenotato! Anche noi ci siamo procurati il biglietto un mese prima!

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