Powered by Blogger.

Narni


25 aprile 2013. Molti sfruttarono questo ponte per godersi una meritata vacanza e noi non fummo da meno.
La nostra fuga primaverile comincia in Umbria con noi che attraversiamo l'armadio e finiamo a Narnia. Ehm, no, scusate...intendevo dire Narni!
La cittadina, in pieno fervore fieristico, la ricordo colorata e molto movimentata.
Entrammo da un'imponente porta in pietra e ci ritroviamo quasi subito sulla graziosa piazza che introduce alle due ali della città: da una parte un passaggio coperto connesso strutturalmente alla Cattedrale che porta alla zona più ricca di monumenti; dall'altra una serie di vicoli in rapida ascesa risale un colle in vista della rocca di Narni.
La città, addobbata con gli stendardi delle varie contrade, era pronta per una famosa rappresentazione della zona: la "Corsa all'anello" della quale quest'anno si svolgerà la quarantanovesima edizione (dal 24 aprile al 14 maggio).
Iniziammo il nostro giro dalla Cattedrale: caratteristica di gran lunga più notevole e suggestiva è la presenza del Sacello dei Santi Giovenale e Cassio. La struttura cellare, addossata alla navata, con il sarcofago e le decorazioni contribuivano a catapultare il visitatore-nello specifico noi- ancora più indietro nel tempo rispetto all'atmosfera medioevale della chiesa. Peccato per l'assai scarsa illuminazione che ne ostacolava una completa fruizione.
Immagine
Prima di giungere nel vero cuore del centro storico abbiamo optato per una piccola deviazione verso la chiesa di San Francesco: si ricorda soprattutto per le colonne affrescate con immagini di santi in stile quattrocentesco. Ci ha colpito una nota della nostra guida, molto recente, che dava la struttura chiusa per restauri: la qualità del recupero e l'opportunità di visitare liberamente l'interno sono simbolo dell'attenzione di questa cittadina per il suo patrimonio artistico.

Giungemmo poi davanti a quella che (forse) è la più tipica immagine di Narni, uno slargo nella principale arteria del centro storico che fa da palcoscenico al fronteggiarsi di due titani: da un lato il severo Palazzo Comunale, simbolo della fierezza austera di Narni, si erge davanti alle logge del Palazzo dei Priori, sfortunatamente bendate di impalcature durante la nostra visita e quindi non pienamente apprezzabili.
Non poteva mancare la visita alla chiesa di Santa Maria Impensole risalente al 1175, anche se la struttura sulla quale è stata edificata sarebbe del VIII secolo. La chiesa è forse la più suggestiva di Narni: di piccole dimensioni, conserva notevoli affreschi sulle pareti delle navate. Il senso di glacialità della pietra delle colonne era ben esaltato dall'arredo recente in ferro battuto, quali leggii e candelabri. Spettacolari i tre portali d'ingresso in pietra con fregi originali.
Immagine


Facendo un rapido calcolo d'orari ci siamo diretti verso una delle chicche della città: la Narni sotterranea.

La visita,  guidata da un simpaticissimo personaggio, durò approssimativamente mezz'ora e ci permise di vedere una chiesa ipogea affrescata nel XIII e XV  secolo, una cisterna romana e una cella piena di graffiti dove venivano tenuti prigionieri gli accusati dall'Inquisizione. 

Due ricordi relativi all'ingresso e all'uscita dal percorso: uno scorcio mozzafiato sulla Val Nerina, incorniciato da un albero di Giuda in fiore e ammiccante sulla bella abbazia di San Cassiano (purtroppo ancor oggi esclusivamente luogo di culto: sarebbe bello far coincidere in questi luoghi anche rispettosi pellegrinaggi.. laici); gli scavi portati avanti da volontari nella chiesa sconsacrata di San Domenico, con i mosaici portati alla luce e esposti mirabilmente.

Immagine
Immagine
Dopo una bella mangiata in una delle osterie in stile medioevale aperte in occasione del palio (in cui abbiamo un primo assaggio della deliziosa cucina, ma anche della straordinaria cortesia umbra) abbiamo concluso il nostro giro della città.
Dopo una deviazione un po' frettolosa per avere almeno un'idea dei vicoli della zona diametralmente opposta a quella del nostro arrivo, ritorniamo al Duomo passando accanto alla chiusa e imbronciata Sant'Agostino e ci dirigiamo dunque, ovviamente sempre a piedi, verso la rocca Albornoz. Se avete una bella voglia di camminare, la passeggiata si rivelerà essere molto piacevole ma anche piuttosto lunghetta: le apparenze ingannano e un intero quartiere separa il Duomo dalla rocca, e dopo di questo una strada collinare assai panoramica sulla Val Nerina. Se invece siete affaticati, andate di fretta o semplicemente non avete voglia di farvi una bella scarpinata in salita, beh, potete arrivarci agevolmente in macchina :): la strada carrabile c'è ed è collegata alle vie di scorrimento a valle.
Immagine

Anche la rocca è visitabile esclusivamente in presenza di una guida.Tutti i personaggi, rigorosamente in costume d'epoca, che ci hanno accompagnato nelle nostre visite sono volontari e l'unica remunerazione che hanno è il prezzo del bigliettocon cui allestiscono e mantengono una buona conservazione della struttura in questione.Piuttosto ammirevole direi! Veramente profonda era la passione della nostra guida per le tradizioni e per la storia del suo luogo d'origine, tanto che la visita, di per sé abbastanza anonima visto che gli interni del castello erano quasi totalmente privi di arredamento o ornamenti originali (e l'unico oggetto d'ammirazione era la struttura del possente maniero), si è rivelata assai piacevole e da raccomandare. Ma questo fu solo l'inizio di uno dei viaggi più ricchi di sorprese degli ultimi anni, a spasso per le poco conosciute province di Terni e Rieti.

1 commento