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Vallée des merveilles


Quando, all'inizio del nostro viaggio verso la Provenza alpina, mi hanno detto che avremmo scalato una montagna non potevo credere alle mie orecchie.
Più di 2.000 m sopra il livello del mare e l'unica attrezzatura da me posseduta erano -e rimangono- delle vecchie scarpe da trekking. Non si prospettava una cosa semplice ma quando si tratta di viaggiare con il mio compagno non lo è praticamente mai. L'idea però era ormai penetrata violentemente nella mia testa e aveva completamente monopolizzato tutta la mia attenzione.
Primo punto: non avremmo scalato la montagna. Il programma prevedeva un punto di partenza a Briga dove abbiamo pernottato e  dove la nostra personalissima guida alpina ci avrebbe accompagnati in un moderno rodeo a cavallo di una jeep su per la montagna. Il percorso, che sarebbe stato percorribile in 4 ore a piedi, lo abbiamo divorato con gli occhi in appena un'ora e mezza fra bosco, sassi, pendenza 90° e meravigliosi laghi azzurri.
In cima l'emozione mi priva di ogni sensazione superflua. Non sento più la fame, la sete e soprattutto resisto al freddo (credetemi: intenso) con solo una maglia a maniche lunghe di cotone e un cardigan molto alla moda ma decisamente fuori luogo.





Ma che ci facciamo a più di 2.000 metri di altezza? Sebbene a me sarebbe bastato il godimento di una vista mozza fiato il vero obiettivo della traversata è stato vedere di persona ciò che non avrei mai creduto possibile: incisioni rupestri ad alta quota.
Il luogo fu probabilmente scelto proprio in virtù della sua altezza: è risaputo infatti che l'altezza è sinonimo di vicinanza con il divino. I rudimentali disegni sono stati scolpiti da uomini di passaggio che, lungo la via hanno inciso sulla pietra raffigurazioni di persone, animali e divinità con una immaginazione e un design che nella loro simbologia oserei dire essere quasi moderni. La sensibilità con la quale questi uomini si sono trovati a interagire con il divino ha qualcosa di commuovente e non fanno a meno di suscitare un pacifico riavvicinamento con la natura.


Questa, più di tante altre, sarà una delle tappe che mi porterò più volentieri nel cuore. Le montagne con la loro crudele bellezza, il freddo pungente, le acque cristalline e il loro lunatico modo di cambiare tempo in un balzello sono le vacanze che vorrei sempre avere durante l'estate.

 




Birdwatching nell'Oasi di Alviano!




Oggi voglio fare una cosa carina: voglio avvertirvi per tempo.
Sì, esatto!
Amanti degli animali a raccolta! Oggi si parla di bestiole! e più precisamente di uccelli!
Qualche annetto fa abbiamo potuto esperienziare in prima persona la migrazione di questi magnifici animali, visitando l'oasi del lago di Alviano.
Il parco, con i suoi 900 ettari, vanta un ambiente estremamente umido dove gli uccelli, evidentemente, si trovano molto bene! Stagni, acquitrini e paludi ospitano esemplari di rara bellezza tra cui, i più illustri, il tarabusino, l'airone bianco maggiore, il cavaliere d'italia  e il falco pescatore. 
All'interno del parco è possibile, ad essere molto fortunati, avvistare anche alcuni mammiferi che abitano l'oasi quali volpi, tassi e istrici. L'unico altro animale che sono riuscita a vedere io (oltre agli uccelli) è stato un enorme serpente che, al rumore delle foglie, se l'è data a gambe verso il lago.
Il periodo migliore per l'osservazione è l'autunno, fra ottobre e novembre, quando le acque dello stagno si riempiono di folaghe e anatre selvatiche in cerca di cibo. Un'altra buona scelta è indubbiamente la primavera: in questo periodo c'è meno quantità ma è possibile avvistare molti uccelli di specie diverse nell'atto migratorio.
Se siete muniti di binocolo il consiglio è quello di portarlo con voi e godervi una passeggiata rilassante immersi nella natura! Per gli amanti della natura e della fotografia c'è di che sfamare gli occhi e con l'attrezzatura giusta si possono portare a casa immagini preziose! Mi pento di non avere un teleobiettivo! 






Qua forse si vede male ma la foto ritrae una delle centinaia di rane che si sentivano gracidare intorno al lago! Un accompagnamento molto suggestivo!


Per maggiori informazioni vi consiglio di visitare il sito internet dell' oasi di Alviano per tutte le novità e per programmare la vostra visita in periodi di migrazioni così da poter vedere alcuni di questi magnifici volatili!
E voi? avete mai fatto una gita di questo tipo?

Cuneo

Immaginate una piazza solo che, invece di essere tonda, piccola e con una fontana nel mezzo, è rettangolare, enorme, giusto un po' smussata ai lati estremi ma sopratutto molto lunga.  Questa è la primissima immagine che abbiamo di Cuneo. Da Piazza Galimberti a via Roma.

La percorriamo tutta, fino in fondo e lungo la strada ci godiamo le tipiche vie a volta che racchiudono la vita stessa del posto con i loro negozietti e le loro invitanti leccornie. E' ben percepibile l'attenzione dedicata alla fruibilità turistica propria di una recente opera di restauro, che ci fornisce passo passo aneddoti e curiosità sulle facciate delle abitazioni prospicienti. 


Come primissima cosa visitiamo la cattedrale di Santa Maria del Bosco, duomo di Cuneo e sede vescovile della omonima diocesi.
Proseguendo lungo la via non manco di notare alcuni cartelli di avviso che invitano la popolazione a non sostare sotto le volte in caso di neve. Banale ma non scontato, specialmente per una povera toscanaccia che la neve l'ha vista giusto un paio di volte nella vita! Ci infiliamo di soppiatto in un vicolo, superando le persone che passeggiano tutto intorno e arriviamo  alla chiesa di San Sebastiano. La strada che ci porta verso il luogo di culto è addobbata a festa, reduce da una recente rievocazione storica.




Riprendiamo la via principale e ci immettiamo dalla parte opposta dove ci aspettano altri gioiellini.
Primo fra tutti il meraviglioso complesso monumentale di San Francesco, vicino al vecchio mercato: è la più alta testimonianza di architettura medioevale di Cuneo e considerato (per questo) monumento nazionale.





Purtroppo la giornata non è delle più fortunate ed entrare per godere dei sui tesori sembra essere impossibile. Più avanti veniamo però accolti da una struttura diversa, più colorata: la chiesa di Santa Croce.



Terminiamo la nostra passeggiata ripercorrendo le volte commerciali e assaporando ancora per qualche minuto l'atmosfera fresca e rilassata della città che ci siamo trovati davanti per poi riprendere la macchina e ripartire verso la parte montuosa di questa poco conosciuta Provincia.