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Latina e il Circeo

Ed eccoci qua, ancora insieme, a mettere insieme i pezzi di un nuovo viaggio. Questa volta ci siamo diretti a sud, come uccelli migratori, alla ricerca di un po' di caldo stagionale. La nostra meta è la lontana Latina. Passando per la circonvallazione non posso non pensare a Roma, visitata mille e più volte e mai interamente capita. E' su questa strada che mi rendo conto di quanto sia grande e di quante persone la popolino. La varietà umana viene scandita dall'estrosità delle loro macchine: sfasciate, colorate, con le targhe messe nel posto sbagliato, con adesivi colorati sul cruscotto e chi più ne ha più ne metta. Chissà quanto orgoglio c'è nelle persone che a petto gonfio, alla domanda "di dove sei" rispondono "Roma".
Ci fermiamo a Sabaudia, stremati dalla lunghissima serpentina di strade trafficate, principalmente per soddisfare il nostro bisogno di cibo. Il posto è impressionante. Quella che prima era una malsana palude è stata saggiamente sostituita da una città dalle note dechirichiane, asettica, geometrica e tendenzialmente "grigia", in netto contrasto con il tocco mediterraneo del Parco Nazionale del Circeo, di cui è sede. A volere questa grandiosa opera fu Mussolini in persona e girando per la città non si può fare a meno di notare come tutto intorno a te gridi "fascismo". Le strade, larghissime e praticamente prive di traffico, sembrano evocare inquietanti parate militari. Visitando questo luogo alla vigilia della giornata nazionale della Liberazione porta con sé una sensazione strana e allo stesso tempo illuminante, come se finalmente tutto ciò che a scuola cercano così disperatamente di farti entrare nella testa fosse alla fine papabile.


Dopo un buonissimo spaghetto allo scoglio ritorniamo alla macchina e prendiamo la strada in direzione Circeo.
Attirati dalla brezza marina ci fermiamo brevemente sulla spiaggia. Da lì la vista più spettacolare su Torre Paola che padroneggia la costa e protegge la grotta della temibile Circe. Grotta, per altro, non visibile.

Saliamo lungo la cresta del monte Circeo per ammirare con i nostri occhi le mura ciclopiche dell'antica Circeii e il bellissimo panorama sul golfo.

Andiamo poi a San Felice circeo. Entriamo da quello che era l'antico castello, ora rimodernato; sede della Polizia locale, cinema e museo. Scendiamo lungo la via principale, passiamo la porta e ci troviamo in un paese, a mio avviso, piuttosto contraddittorio, lascito delle ere diverse riconoscibili piazza dopo piazza, da rifugi templari a magazzini seicenteschi. Se una parte del paese è, infatti, molto colorata, più scendiamo in profondità e più i toni si schiariscono fino a diventare bianchissimi. Una visione, questa, che non manca di evocare luoghi più lontani e sembra catapultarci su un isola greca.



40 minuti di strada più tardi. Siamo mimetizzati con il gruppo di una gita organizzata e stiamo visitando l'Abbazia di Fossanova. 
Primo vero esempio di gotico cistercense italiano, la chiesa pullula di pellegrini. L'interno è quasi completamente spoglio da qualsiasi tipo di affreschi e la parte, a mio avviso, più spettacolare è il chiostro dal quale si ha una vista privilegiata sul tiburio dell'abbazia. La sua importanza però non si limita all'aspetto esteriore ma anche alla storia che porta dentro. Questo luogo, infatti, fu l'ultima sosta del cammino di San Tommaso d'Aquino, il "dottore della chiesa", il cui ricordo è vivo nelle strutture della Foresteria che lo hanno ospitato prima della morte.




La strada che percorriamo e che ci ha accompagnato sin dall'inizio del nostro viaggio è molto diversa da quella che siamo abituati a vedere in Toscana: è pianeggiante, rossa e le serre si perdono all'orizzonte.
Penultima tappa del "Latina tour" è Priverno di cui, devo essere sincera, non ho molto materiale a causa della enorme stanchezza che a questo punto mi sta consumando. Cerchiamo, nonostante tutto, di visitare la Concattedrale di Santa Maria Annunziata. Invano, perché al momento del nostro arrivo stavano svolgendo messa e non saremmo dei buoni visitatori se disturbassimo quest momento. Cerchiamo allora di raggiungere l'altra chiesa importante del posto: la Chiesa di San Benedetto,  conquistata dopo un tortuoso sali/scendi, ma chiusa anche lei. Abbiamo miglior fortuna con San Giovanni Evangelista: un custode ci offre di spiegarci il cupo interno medioevale impreziosito di una teoria affrescata di figure religiose, ma è già tardi e ci dobbiamo affrettare.

Ci dirigiamo infine a Latina. Una lunghissima attesa per trovare parcheggio per una brevissima giratina fra le sue razionali e affollatissime vie commerciali fino a Piazza del Popolo e la sua aria da "centro del mondo", per trovare infine una piacevolissima osteria in cui cenare.
Piccolo appunto sul cibo: nel Lazio si mangia benissimo.
Questa è stata solo la prima giornata di un viaggio lungo un week end del quale tornerò a parlarvi prossimamente!

Narni


25 aprile 2013. Molti sfruttarono questo ponte per godersi una meritata vacanza e noi non fummo da meno.
La nostra fuga primaverile comincia in Umbria con noi che attraversiamo l'armadio e finiamo a Narnia. Ehm, no, scusate...intendevo dire Narni!
La cittadina, in pieno fervore fieristico, la ricordo colorata e molto movimentata.
Entrammo da un'imponente porta in pietra e ci ritroviamo quasi subito sulla graziosa piazza che introduce alle due ali della città: da una parte un passaggio coperto connesso strutturalmente alla Cattedrale che porta alla zona più ricca di monumenti; dall'altra una serie di vicoli in rapida ascesa risale un colle in vista della rocca di Narni.
La città, addobbata con gli stendardi delle varie contrade, era pronta per una famosa rappresentazione della zona: la "Corsa all'anello" della quale quest'anno si svolgerà la quarantanovesima edizione (dal 24 aprile al 14 maggio).
Iniziammo il nostro giro dalla Cattedrale: caratteristica di gran lunga più notevole e suggestiva è la presenza del Sacello dei Santi Giovenale e Cassio. La struttura cellare, addossata alla navata, con il sarcofago e le decorazioni contribuivano a catapultare il visitatore-nello specifico noi- ancora più indietro nel tempo rispetto all'atmosfera medioevale della chiesa. Peccato per l'assai scarsa illuminazione che ne ostacolava una completa fruizione.
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Prima di giungere nel vero cuore del centro storico abbiamo optato per una piccola deviazione verso la chiesa di San Francesco: si ricorda soprattutto per le colonne affrescate con immagini di santi in stile quattrocentesco. Ci ha colpito una nota della nostra guida, molto recente, che dava la struttura chiusa per restauri: la qualità del recupero e l'opportunità di visitare liberamente l'interno sono simbolo dell'attenzione di questa cittadina per il suo patrimonio artistico.

Giungemmo poi davanti a quella che (forse) è la più tipica immagine di Narni, uno slargo nella principale arteria del centro storico che fa da palcoscenico al fronteggiarsi di due titani: da un lato il severo Palazzo Comunale, simbolo della fierezza austera di Narni, si erge davanti alle logge del Palazzo dei Priori, sfortunatamente bendate di impalcature durante la nostra visita e quindi non pienamente apprezzabili.
Non poteva mancare la visita alla chiesa di Santa Maria Impensole risalente al 1175, anche se la struttura sulla quale è stata edificata sarebbe del VIII secolo. La chiesa è forse la più suggestiva di Narni: di piccole dimensioni, conserva notevoli affreschi sulle pareti delle navate. Il senso di glacialità della pietra delle colonne era ben esaltato dall'arredo recente in ferro battuto, quali leggii e candelabri. Spettacolari i tre portali d'ingresso in pietra con fregi originali.
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Facendo un rapido calcolo d'orari ci siamo diretti verso una delle chicche della città: la Narni sotterranea.

La visita,  guidata da un simpaticissimo personaggio, durò approssimativamente mezz'ora e ci permise di vedere una chiesa ipogea affrescata nel XIII e XV  secolo, una cisterna romana e una cella piena di graffiti dove venivano tenuti prigionieri gli accusati dall'Inquisizione. 

Due ricordi relativi all'ingresso e all'uscita dal percorso: uno scorcio mozzafiato sulla Val Nerina, incorniciato da un albero di Giuda in fiore e ammiccante sulla bella abbazia di San Cassiano (purtroppo ancor oggi esclusivamente luogo di culto: sarebbe bello far coincidere in questi luoghi anche rispettosi pellegrinaggi.. laici); gli scavi portati avanti da volontari nella chiesa sconsacrata di San Domenico, con i mosaici portati alla luce e esposti mirabilmente.

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Dopo una bella mangiata in una delle osterie in stile medioevale aperte in occasione del palio (in cui abbiamo un primo assaggio della deliziosa cucina, ma anche della straordinaria cortesia umbra) abbiamo concluso il nostro giro della città.
Dopo una deviazione un po' frettolosa per avere almeno un'idea dei vicoli della zona diametralmente opposta a quella del nostro arrivo, ritorniamo al Duomo passando accanto alla chiusa e imbronciata Sant'Agostino e ci dirigiamo dunque, ovviamente sempre a piedi, verso la rocca Albornoz. Se avete una bella voglia di camminare, la passeggiata si rivelerà essere molto piacevole ma anche piuttosto lunghetta: le apparenze ingannano e un intero quartiere separa il Duomo dalla rocca, e dopo di questo una strada collinare assai panoramica sulla Val Nerina. Se invece siete affaticati, andate di fretta o semplicemente non avete voglia di farvi una bella scarpinata in salita, beh, potete arrivarci agevolmente in macchina :): la strada carrabile c'è ed è collegata alle vie di scorrimento a valle.
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Anche la rocca è visitabile esclusivamente in presenza di una guida.Tutti i personaggi, rigorosamente in costume d'epoca, che ci hanno accompagnato nelle nostre visite sono volontari e l'unica remunerazione che hanno è il prezzo del bigliettocon cui allestiscono e mantengono una buona conservazione della struttura in questione.Piuttosto ammirevole direi! Veramente profonda era la passione della nostra guida per le tradizioni e per la storia del suo luogo d'origine, tanto che la visita, di per sé abbastanza anonima visto che gli interni del castello erano quasi totalmente privi di arredamento o ornamenti originali (e l'unico oggetto d'ammirazione era la struttura del possente maniero), si è rivelata assai piacevole e da raccomandare. Ma questo fu solo l'inizio di uno dei viaggi più ricchi di sorprese degli ultimi anni, a spasso per le poco conosciute province di Terni e Rieti.

Todi, Izzalini e Deruta

Oggi, con il benestare della memoria, vorrei raccontarvi di un lontano novembre in cui, tutti eccitati dalla bella giornata assolata che si presentava ai nostri occhi, ci siamo armati di macchina fotografica, e siamo partiti per l'Umbria: destinazione Todi. Piccolo intoppo durante il viaggio (durato ben 2 ore) è stato la nebbia. Piuttosto fitta a dire il vero. Una volta impazziti dietro a stradine senza sbocco e guidatori umbri del sabato (che vi garantisco essere piuttosto fastidiosi ed irascibili) siamo arrivati al parcheggio vicino all'ascensore che portava al paese. Lasciata la macchina siamo dunque saliti su questo assurdo trabiccolo (non fate caso a questa colorita espressione: era molto sicuro, il problema è che odio le altezze.).
Arrivati in cima, dopo pochi passi eccoci di fronte al primo monumento della città: una pieve in stile gotico, San Fortunato, che, nonostante la maestosità, non si tratta del duomo. L'interno è molto bello e luminoso ma purtroppo dentro non è consentito fare foto...indi per cui non ho niente da mostrarvi. Il tratto più notevole è comunque il coro absidale, definito da vetrate luminosissime tanto da sottolineare un cammino centrale dall'entrata all'altare in una tensione caratteristica verso il Dio unico. Il campanile era visitabile, ma per questioni di orario non siamo potuti salire...Pare che sia la veduta più alta della città, dato che il soprastante giardino della Rocca è aperto solo verso valle. Importante ricordare che nella cripta è sepolto Iacopone da Todi, il poeta religioso più importante del '200.
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Cosa particolare e da me poco gradita (ma è solo una osservazione soggettiva quindi non fateci testo) è la vendita di articoli sacri all'interno della chiesa. Mai vista una cosa del genere, ma forse da qualche parte usa.
Proseguendo per il nostro cammino ci troviamo finalmente in piazza del Popolo da cui possiamo ammirare il Palazzo del Popolo, il Palazzo dei Priori e il Palazzo del Capitano (notevole l'accentramento dei poteri tipico dell'epoca dei liberi comuni) e il Duomo dell'Annunziata:
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L'edificio del XII secolo è molto bello. Anche se devo dire di aver apprezzato molto di più l'esterno che l'interno. La porta è circondata da fregi fioriti e volti umani molto suggestivi. Salta all'occhio anche il ridottissimo spazio tra il rosone di grandi dimensioni e il tetto, completamente piatto. L'interno è tipicamente romanico con molte particolarità. L'architettura era stravagante.. sicuramente opera di più strati edilizi e la navata destra presentava un loggiato interno dalle colonne sottili molto particolare. Probabilmente doveva essere molto più impressionante con gli affreschi originali di cui rimangono solo tracce; ancora ben visibile è solo un grande Giudizio Universale di fine '500 su tutta la parete di ingresso, con un effetto d'insieme fin troppo ridondante, non completamente in tono con il resto dell'edificio.
Di questa struttura abbiamo potuto visitare anche la cripta. Personalmente non adoro questo genere di luoghi ma se vi interessa un po' di storia sacra farvi un giro non è male. Pregevoli le statue di scuola Cambiana, con bellissimi drappeggi nelle vesti.
Usciti dal duomo, stanchi ed affamati, abbiamo vagato alla disperata ricerca di un luogo di ristoro e dopo varia peripezie siamo giunti al ristorante "le Scalette". A parte l'attesa infinita per ricevere l'antipasto (affettati e crostini...) il pranzo è stato - tutto sommato - non male. Diciamo che io non sono stata molto fortunata con il mio. Può succedere suppongo.
Rifocillati e scaldati abbiamo continuato il nostro giro all'interno di stradine pittoresche, certe volte anche di difficile accessibilità e ricoperte da archi sovrapposti che ricreavano disegni geometrici molto particolari e apprezzabili.
Camminando siamo arrivati fino alla chiesa di S.Ilario, edificata nel XII secolo e consacrata nel 1249. Molto semplice. Non siamo potuti entrare perché a quanto pare è spesso chiusa, compreso il giorno in cui siamo andati a visitare la città. Molto carino è il campanile a vela (termine acquisito proprio in questo viaggetto).
Subito vicino abbiamo trovato la bellissima fonte Scannabecco. Ho una vera passione per le fonti! La cosa deludente è stata non trovarci acqua dentro :( ma immagino che sia per una questione di igiene..immaginate la quantità abnorme di zanzare...
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 Ultimo monumento visto sono stati i nicchioni romani, sostruzioni di un edificio nel vecchio foro (monumentali ma prive di spettacolarità), di cui però non siamo riusciti a trovare molte informazioni se non che servivano come rinforzo alle mura.
Tornati alla macchina, pagato il parcheggio, siamo ripartiti alla volta della chiesa di S.Maria della consolazione, una piccola chicca che non poteva non essere vista. Da Todi dista al massimo una decina di minuti o poco meno e vale la pena di essere vista (è molto probabile che il Bramante ne sia l'architetto).
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L'interno è luminoso e costellato da moltissime statue bianche e al centro è presente un bellissimo altare barocco di colore rosa e azzurro con rifinitura dorate.
Usciti dalla chiesa, con il tempo a noi sfavorevole (ormai si stava facendo tardi) ci siamo diretti verso le nostre ultime tappe.
La prima è Izzalini, frazione di Todi. Dopo esserci goduti il mercatino permanente dell'antiquariato (che ricordiamo essere aperto anche ogni sabato e domenica) abbiamo fatto una passeggiata per questo minuscolo ed incantevole paesino. L'entrata era più o meno una fessura, aperto nel corpo del castelletto. Avremmo potuto passare di lato ma l'idea di attraversare quella piccola porticina da elfo era troppo allettante. Immaginatevi la scena: è buio, non c'è un anima in giro l'unica luce che arriva proviene da delle lanterne dalla luce molto tenue, attraversate la fessura e vi ritrovare in una paese di favole. Molto probabilmente non avrebbe avuto lo stesso fascino e la stessa atmosfera se avessimo visitato questa frazione di giorno e io sono più che contenta di averla vista di sera.
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Ricordiamo che il territorio comunale di Todi è inserito nel Parco Fluviale del Tevere, zona protetta di grande fascino naturalistico, e che sono molte le frazioni con un passato medioevale ancora percepibile. Purtroppo, data la breve durata delle giornate di questa stagione, ci siamo limitati a Izzalini, ma una visita più approfondita in futuro non è da escludere!
L'ultimissima tappa prima del rientro è stata Deruta, la patria delle maioliche, comune inserito trai "Borghi più belli d'Italia"! Pensate che il paese fu fondato dopo la distruzione nel 40 a.C., l'epoca delle guerre civili di Ottaviano, di Perugia, che fu appunto "diruta" (distrutta). Gli abitanti che pianificarono il nuovo insediamento erano i profughi della momentaneamente abbandonata Perugia. Anche questa è stata molto affascinante da visitare di notte e la cosa particolare e caratteristica del paese è certamente l'ostentazione, quasi assillante, delle ceramiche soprattutto in piazza dei Consoli, sede delle principali strutture religiose e civili. Erano praticamente ovunque: insegne di negozi, panchine, tavoli, bordi degli scalini, decorazioni al muro. Ogni cosa di quel paese urlava: "Siamo noi il regno della maiolica!".
La giornata si è conclusa così, con il rientro a casa a tarda sera, il freddino di novembre e le partite alla radio. 

Vezzano ligure

Oggi voglio scrivere di una gita, per noi, un po' atipica. Non si tratta della nostra solita e instancabile scampagnata fra decine di frazioni disabitate...ci siamo mossi principalmente per un motivo e quel motivo è Molly.
Molly, per chi non lo sapesse è il nostro beagle di 2 anni, compagna di giochi ma, sopratutto, di merende! Era da molto tempo che avevo curiosità di portare con noi la nostra beagolina durante una di queste "passeggiate" e poco tempo fa mi sono finalmente tolta questo sfizio quando alla mia domanda "dove portiamo oggi il cane?" il mio ragazzo ha risposto "a Vezzano Ligure".
Zaino in spalla, ciotola per l'acqua, biscottini in tasca e via! Pronti alla partenza!


Il posto, che D. aveva già avuto modo di visitare, domina la valle del fiume Magra dal crinale di una collina piuttosto alta. E' diviso principalmente in due parti ben visibili: Vezzano rinascimentale (parte alta) e Vezzano medioevale (parte bassa).
Cominciamo la nostra visita dal basso. Il cane, incuriosito dalla nuova destinazione, comincia a tirare in preda alla smania di far suoi tutti gli odori che questa nuova destinazione porta con sé, rendendo la passeggiata una specie di maratona. Mentre io mi fermo a fotografare le vie colorate del paese, incontriamo una coppia di anziani signori, anche loro con una cagnolina. Facciamo la strada verso la piazza insieme e, dopo esserci scambiati i soliti convenevoli tipici di noi cagnari, ricominciamo la nostra visita. Rispetto a molti altri, Vezzano, sembra essere un posto "dog friendly" e infatti la quantità di gatti è molto inferiore rispetto alla recentemente visitata Casola che ne era invece invasa. Appaiono qui le caratteristiche tipiche della Liguria: case coloratissime, vegetazione mediterranea, profumo di mare e archi (anche molto alti!) che incorniciano le piccole vie di transizione.





Visitata tutta la parte inferiore del luogo, ci mettiamo in cammino verso la meno pittoresca Vezzano alta che, sebbene manchi del carattere della parte inferiore, ci rianimerà con la sua popolazione giovane, fresca ma sopratutto contenta per la fine di un'altra giornata scolastica. Dopo una lunga e faticosissima salita attraverso il Borgo Mitiliano, sotto il sole cocente arriviamo finalmente in cima, alle porte del borgo alto e nella piazza della sua chiesa, dove possiamo effettivamente renderci conto dell'importanza strategica di cui l'area geografica gode e apprezzare la geometria razionale della sua via principale con il pozzo.

Dopo aver goduto di questa fantastica vista sulla Val di Magra, saliamo ancora più su verso la rocca alta, e, dopo una breve sosta in un giardinetto pubblico, stanchi e spossati dal nostro "cane da slitta", decidiamo di far ritorno alla macchina e di prendere la strada di casa.


Londra: Itinerario

Premessa
Non è per niente facile (e un po' mi intimorisce) tirare le fila di un viaggio così intenso.Visitare una capitale è molto più difficile rispetto al piccolo paese di campagna. Se dovessi raccontarvi gli odori, le sensazioni e le emozioni provate durante questo viaggio probabilmente non finiremmo più. Ho quindi deciso, per amore di sintesi, di riportarvi un asettico e, ahimè, poco personale, itinerario di viaggio. Una lista, un elenco di luoghi che abbiamo visto durante quei fatidici 5 giorni di novembre 2015. Perché ogni luogo e ogni traversata da una parte all'altra della città meriterebbe un capitolo a parte (cosa che probabilmente farò).



"Ho visto la cosa più straordinaria che la terra possa mostrare all’anima stupefatta: l’ho vista e ne sono sbalordito… mi sta sempre davanti alla memoria quella foresta pietrificata di case e, in mezzo, il fiume impetuoso di vive facce umane con tutto l’arcobaleno delle loro passioni, con tutta la loro fretta disperata di amore e di fame, di odio: Londra."

(Henrich Heine)

1° Giorno
Arrivati a Londra decidiamo di alleggerirci dei bagagli che lasciamo alla stazione dei treni di Victoria. Il primo monumento che abbiamo visitato è stato la cattedrale di Westminster. All'interno decidiamo di salire sul campanile e di ammirare un po' del nuovo panorama in cui siamo immersi per poi riscendere e incamminarci verso nord arrivando con calma a Buckingham palace.
Più avanti giungiamo al pittoresco St James' Park abitato da tanti simpatici scoiattoli che con l'inverno alle porte e con zero inibizione nei confronti dell'uomo si avvicinano, un po' ruffiani, per cercare di accaparrarsi una mollica di pane o qualche snack. Credo di non aver mai visto degli scoiattoli così da vicino.
Dopo una breve passeggiata nella natura e una sosta al bagno, usciamo dal parco e ci orientiamo verso la zona residenziale di St. James's Palace. Da lì attraversiamo Pall Mall, lunga via di rappresentanza con club esclusivi.
A giornata inoltrata (ormai è praticamente buio) arriviamo a Piccadilly circus che, a mio avviso, di sera guadagna un aspetto molto aesthetic (di gran moda oggi giorno). Dal lì abbiamo ripreso l'omonima strada verso Victoria station. Lungo il tragitto non ci siamo fatti mancare altre visite come la piccola chiesetta di St James Piccadilly all'interno della quale pare tengano concerti molto apprezzati dalla comunità e che ci ha regalato una bellissima sorpresa con il suo mercatino di Natale all'entrata. Breve sosta (senza acquisti) allo storico centro commerciale di Fortnum & Mason che in occasione delle feste natalizie era addobbato di luci maestose e vetrine eccentriche.
Di passaggio, verso casa, abbiamo poi potuto visitare il cortile dell'accademia delle belle arti e le gallerie commerciali extra lusso che ci hanno accompagnato lungo tutto il tragitto facendoci sentire un po' pezzenti...

2° Giorno
La mattina comincia, dopo una tipica colazione inglese, a St Martin in the fields che, purtroppo, stava chiudendo per l'arrivo di una associazione con in programma cori et similia, non dandoci modo di visitarla. Decidiamo dunque di proseguire per Trafalgar square e lungo lo Strand arriviamo a Covent Garden addobbato a festa e con sottofondo musicale (dal vivo) di un simpatico signore col violoncello. Proprio di fronte visitiamo la chiesa di St Paul.
Passando davanti alla Royal Opera House torniamo sullo Strand per affacciarci sulla corte della Somerset house, davanti alla quale avevano allestito una pista di pattinaggio sul ghiaccio e un enorme albero di Natale addobbato.
Fuori abbiamo potuto ammirare, lungo la strada, la chiesa di St Mary-le-Strand. Chiusa, nostro malgrado, ma crediamo lo sia sempre. Poco più avanti, diretti verso il Temple (che abbiamo visitato interamente, chiesa compresa), nella sua magnificenza, spunta il Palazzo di giustizia. Obbligatoria la fermata al negozio della Twinings dove abbiamo potuto acquistare i tè approvati dalla regina che, tra l'altro, ci ha procurato qualche problemino al Parlamento...ma questa è una storiella divertente che forse prima o poi vi racconterò.
A questo punto un susseguirsi di chiese: St Dunstan-in-the-West, St Bride's Church (chiesa dedicata agli editori e situata proprio davanti all'edificio del Daily express) e infine la St Paul's Cathedral, meravigliosa nella sua struttura architettonica, culla di tombe illustri e la cui particolare cupola offre una acustica sensazionale. Anche qui decidiamo di salire fino in cima per un'altra vista spettacolare sulla città.
Attraversiamo Paternoster Square, St Mary-le-Bow e arriviamo al Banking Hall, diventato un centro commerciale di lusso.
In zona abbiamo anche modo di vedere la famosa banca d'Inghilterra e la Guild hall.
Presso il moderno centro del Barbican troviamo la chiesa di St Giles Cripplegate con accanto un collegio femminile e una porzione delle mura romana della città, visione assurdamente straniante, considerando la totale modernità del contesto in cui è situata.
A questo punto, stanchi morti, cominciamo a rincasare. Lungo la strada: il Museo della città di Londra (che non abbiamo avuto nè tempo nè le forze fisiche di visitare) e la chiesa di  St Bartholomew the Great nei pressi dello Smithfield market.
Come se non fosse bastato abbiamo avuto l'ardire di visitare la National gallery per poi uscire a cena fuori con un' amica a Covent Garden.

3° Giorno
Data la giornata piovosa abbiamo approfittato delle zone chiuse che la città aveva da offrire e abbiamo passato il tempo all'interno dei musei.
Lungo la via di Whitehall, davanti alla Banqueting House, ci dirigiamo verso il Parlamento che abbiamo avuto la fortuna di poter visitare accompagnati da una guida italiana. Usciti da quello che può essere considerato il cuore pulsante del governo britannico, facciamo una breve sosta a St Margaret. 
Entriamo dunque nel British museum dove perdiamo approssimativamente 3 ore cercando di scampare alla tempesta che nel frattempo bagnava i poveri lavoratori inglesi.
Usciti dal museo siamo tornati verso Westminster per vedere una London eye addobbata con la bandiera francese. Eh già perché proprio il giorno prima si era consumato l'attentato di Parigi al teatro Bataclan. Non siamo saliti fondamentalmente per colpa mia...Era così alto che sarei potuta svenire dalla paura! Ma ci siamo comunque goduti una bella passeggiata notturna lungo il Tamigi passando per il Tate modern e arrivando allo Shakespeare globe. Tornando a casa attraversiamo il Millenium Bridge.

4° Giorno
E' stata la giornata delle nerdate.
Arriviamo alla British library lungo la stazione di St Pancras per poi giungere a King's cross che desideravo ardentemente vedere almeno una volta nella vita. Purtroppo la mia timidezza e il poco tempo a disposizione mi hanno proibito di fare una foto al binario 9 e tre quarti ma mi sono riscattata comprando una maglietta allo shop ufficiale!
Ci dirigiamo poi verso Baker street per visitare un altro, iconico, personaggio londinese: Sherlock Holmes, del quale abbiamo visto statua e casa. Abbiamo infine avuto l'infelice idea di visitare il museo delle cere Madame Tussauds...non vi sto a dire neanche quanto costa che è meglio. Più gradevole e sopratutto gratis, il Museo di storia naturale offre un magnifico edificio sia fuori che dentro anche se l'esposizione di per sé un po' deludente...specie se paragonata alla nostra Specola a Firenze.
D. si è dilungato nella visita del London Oratory dentro al quale io non sono entrata (la messa me lo ha impedito) per poi dirigerci per una romantica passeggiata ad Hyde Park dove abbiamo potuto assistere direttamente al funzionamento dello Speakers' corner.

5° Giorno
Lasciamo il nostro alloggio e le valigie alla stazione di Liverpool street.
Passando davanti al St Mary Axe ("Gherkin" per gli amici) visitiamo la chiesa di St Helen's Bishopsgate (chiusa). Abbiamo poi tentato con difficoltà di trovare l'entrata del paiolo magico a Leaden hall market. Alla fine lo abbiamo scovato: si trattava di un negozio di occhiali...una delusione! The monument, Veloce sosta da Starbucks e poi visita alla chiesa di All Hallows by the Tower per poi giungere, finalmente, alla Tower of London dalla quale possiamo ammirare in tutta la sua maestosità un altro simbolo della città di Londra: il Tower Bridge. Infine riprendiamo la metro per visitare la Westminster Abbey, trovata chiusa il terzo giorno; riprendiamo i bagagli e torniamo in Italia, stanchi...ma molto, molto soddisfatti!


Il comune di Casola


Partiamo da un presupposto: la mia memoria fa schifo. Quando mia mamma mi dice il contrario, ricordandomi di volte assurde in cui ho ricordato cose ancora più assurde, è solo perché la mia memoria è di tipo sensoriale/visiva. In pratica non ricordo una mazza di date e eventi e non associo i nomi ai posti ma ricordo tramite "visioni". Tipo: "ti ricordi quel posto dove abbiamo visto quell'asinello simpatico?" o ancora " ti ricordi di quel posto dove ho accarezzato quel cane sciolto?" e via dicendo. Insomma la mia memoria, poverina, ha bisogno di essere aiutata.
Purtroppo non è neanche facile stare dietro D. (il mio ragazzo) quando organizza viaggi, specie (e accade praticamente sempre) se nell'arco della giornata si mette in testa di visitare non meno di 5 paesi.
Questa settimana, ad esempio, abbiamo fatto una gitarella per il comune di Casola, nella Lunigiana. Come prima cosa ci fermiamo a visitare la pieve di Cornelio e Cipriano a Codiponte. Di chiese ne abbiamo viste veramente a bizzeffe e se ripenso a quelle che mi piacciono di più lo stile romanico non è molto nelle mie corde. Devo dire, però, che nonostante le premesse di stile ne valeva decisamente la pena! Sopratutto per il bel soffitto di legno decorato. Adoro i soffitti di legno decorato. Dovrebbero metterli dappertutto.

Il Parco Naturale della Maremma

Io e il trekking siamo un po' come Tom e Jerry. Ci vogliamo bene eh, ma non possiamo fare a meno di farci del male a vicenda. Quando ogni, santissimo, mese ricevo il volumetto di Trekkingitalia nella posta non posso fare a meno di ricordare la pessima impressione- Trekkingitalia non me ne voglia- che mi ha fatto questa esperienza.  Eppure continuo a camminare, come se le gambe fossero l'unico mezzo di trasporto che ho, attrezzata solo di forza d'animo, spesso troppa poca pazienza e di uno zaino pesante e quasi mai d'aiuto. L'ultima impresa è stata quella del Parco Naturale della Maremma, impresa che-a dire il vero- ormai risale a diverso tempo fa. Partita come una escursione faunistica e finita come un trekking nel verde.